Masterclass
o Monsterclass?
Chi
mi conosce, sa che da sempre incito i miei allievi più maturi ad adoperarsi per
conoscere altri docenti, altri artisti dalle valide idee e soprattutto per
organizzare nuovi percorsi di studio presso le scuole più prestigiose. Dietro
mio suggerimento, i più intraprendenti ed autonomi si danno da fare in modo
organizzato programmando oculatamente il loro successivo periodo di studio e
iniziano a seguire da uditori i corsi brevi, generalmente di una settimana,
tenuti da celebri docenti e celebri direttori d'orchestra. Alcuni di loro
riescono a seguirli da effettivi, ma non sempre tornano soddisfatti di
un'esperienza che speravano produttiva e che alla fine si è rivelata deludente
sotto molteplici aspetti. Di solito, la lamentela più diffusa riguarda la
scarsa attenzione ricevuta dal docente di turno e a volte pure la sua
incapacità di interagire coi partecipanti desiderosi di ricevere una qualche
sorta di illuminazione. Invece, al ritorno da queste esperienze
l'insoddisfazione è palese, soprattutto perché il denaro e il tempo impiegato
per la preparazione non sono da sottovalutare.
In
genere, la lagnanza comune riguarda la pressoché totale assenza di attenzione
verso la Musica. Al di là delle disquisizioni banali intorno alla tecnica
gestuale, è raro che si affrontino problemi riguardanti un fraseggio, uno stile
esecutivo particolare o semplicemente quella parte insondabile dell'arte
direttoriale che, per poterne appena accennare, richiede una visone decisamente
alta del proprio concetto astratto di "Weltanschauung" e l'abilità di
trasmetterlo tramite indicazioni che vanno ben più in là delle disquisizioni
tecniche.
Oggi
le masterclass brevi, estive o invernali che siano, sono diventate un lucroso
business e uno specchietto per le allodole. Da parte degli organizzatori c'è di
sovente un cinico disinteresse per la qualità del loro svolgimento, ma
un'attenzione particolare all'accaparrarsi il più alto numero di iscritti. Per
molti partecipanti, il bersaglio principale è quello di collezionare il più numeroso
elenco di corsi, perché pensano che arricchisca il proprio curriculum facendoli
apparire come musicisti aggiornati e attenti, proiettati in una visione moderna
del far musica e aperti alle esperienze più varie. Peccato poi che la mira
principale di molti sia l'abituale corsa a farsi un video da caricare al più
presto su Youtube. Infatti, basta farsi un giro di mezz'ora su quella
piattaforma per farsi tante belle risate o, in alternativa se si è depressi,
strapparsi i capelli e mangiarsi le unghie...
Ovviamente,
ci sono corsi e corsi, docenti e docenti, artisti e artisti. Due dei miei
allievi più maturi e musicali, in tempi recenti parteciparono come uditori ad
una masterclass tenuta da uno degli ultimi anziani grandi direttori d'orchestra
in circolazione. Da subito, si meravigliarono della scarsa qualità dei
partecipanti, molti dei quali nemmeno in possesso delle più elementari basi di
tecnica gestuale, tale da permettere loro un minimo assieme strumentale. Alcuni,
alle prese col grande repertorio, totalmente all'oscuro di come eseguire un
tempo di una sinfonia. Agogica, dinamica, fraseggio, tutti terribilmente
sbagliati. Grazie ai miei allievi ho potuto visionare un filmato in cui un
frenetico giovanotto dirigeva il terzo movimento della Quarta Sinfonia di
Schumann ad una velocità ridicola e con un Trio sempre a tempo che urlava
vendetta. Ho ancora negli occhi l'incredulità e lo stupore del Maestro di
turno, imbarazzato come non mai ma molto signorile nel suo intervento. Si
trattava del grande Bernard Haitink, sofferente come non mai nell'assistere al
martirio di uno dei più celebri capolavori musicali romantici.
Un insegnamento di cattiva qualità è, quasi
letteralmente, un assassinio e, metaforicamente, un peccato. Immiserisce lo
studente, riduce a grigia inanità la materia insegnata. Insinua nella
sensibilità del bambino o dell’adulto il più corrosivo degli acidi, la noia, le
esalazioni della noia.
Rudolf Steiner
È
evidente che le masterclass tenute dai celebri artisti sono molto ambite. Le
domande arrivano a centinaia ed evidentemente il lavoro di selezione non può
essere eseguito da un ottuagenario e già affaticato musicista con ben altro per
la testa. In genere, è qualche impiegato dell'organizzazione che si adopera per
spulciare le domande e, sempre che ne capisca qualcosa, ogni tanto ci azzecca.
Il più delle volte il risultato della selezione fa pensare se effettivamente
sia opera di un esperto o se invece sia il risultato del caso. Secondo me, in
presenza di cento domande, tirano i dadi oppure, e questa sì che è una
tragedia, l'operazione è effettuata sulla base di criteri meno oggettivi e più
di becero marketing. Un cinese, un americano, uno spagnolo, un tedesco, un
marziano... Ed ecco che la masterclass diventa davvero internazionale e
appetibile agli occhi dei consumatori.
C'è
poi un risvolto pietoso narratomi recentemente, sul quale però calo un doveroso
velo di riservatezza riguardo al nome del docente, perché a ottant'anni o giù
di lì potrei essere anch'io nella medesima senile e infelice situazione.
Prometto però che cercherò di evitarla in tutti i modi, se non altro perché non
sono dedito al vino, se non a tavola e in dosi accorte.
Un
mio allievo, come altri "desideroso di ampliare il proprio
curriculum", avendo già pagato in anticipo una masterclass tenuta da un
famoso insegnante, mi riferì che durante le prove d'orchestra costui era sempre
addormentato a causa delle abbondanti bevute e che ogni qualvolta egli era sul
podio nessuna attenzione gli era serbata. Mai un intervento per correggere
qualche errore, qualche suggerimento. Nulla, il maestro dormiva serenamente in
ultima fila, soltanto un improvviso e imbarazzante "ah, oh yes...very
good" allo scandire dell'accordo finale in ff di una sinfonia.
Un
suggerimento per tutti i giovani musicisti desiderosi di allargare davvero la
propria esperienza: per prima cosa siate sinceri con voi stessi e domandatevi
se il corso che desiderate seguire andrà a colmare la vostra sete di conoscenza
oppure il vostro ego infantile e smania di azione. Se pensate che avvicinarvi a
una celebrità possa giovare alla vostra carriera, toglietevelo dalla testa. Di
frequente, molti artisti che vivono freneticamente solo di musica e non per la
Musica, quando hanno una settimana libera non sanno cosa fare. Non avendo mai
coltivato nessuna passione extra-musicale, nessun hobby, nessun semplice
passatempo rilassante, sia esso il giardinaggio o la raccolta dei francobolli,
nel tempo libero sono nevrotici e non sanno come riempire le ore. Ecco allora
che gli organizzano subito una masterclass che accontenta le mogli stufe dei
mariti impazienti che girano nervosamente per casa e, soprattutto, il
portafoglio degli organizzatori. Sembra una battuta, ma vi assicuro che la vita
di molti personaggi è tristemente questa.
Imparare è un'esperienza; tutto il resto è
solo informazione.
Albert Einstein