Alla Scala, dopo tanti anni di assenza, diresse uno splendido concerto con i Wiener Symphoniker: Beethoven, Sinfonia Pastorale e Mahler, Sinfonia n.1. La recensione dell'allora critico musicale presso il più blasonato quotidiano milanese fu sprezzante nei confronti dell'orchestra e del direttore. Ovviamente, per questioni di mera bottega e becero protezionismo. Già a 19 anni, non avevo paura di dire ciò che pensavo e scrissi una lettera di fuoco, ovviamente non pubblicata, nella quale esprimevo rammarico per il trattamento riservato a ospiti illustri. Per conoscenza la inviai al Maestro Giulini e da allora iniziò un rapporto durato per alcuni anni che mi fece prendere decisioni definitive intorno alla Musica e, soprattutto, intorno al mondo musicale e alla sua "abitabilità". Pubblico qui la lettera, chiaramente scritta da un uomo votato in toto all'arte musicale e di uno stampo d'altri tempi.
Fu uno dei primi direttori che ebbi la fortuna di seguire alle prove ed uno dei pochi dal quale ascoltai pressoché sempre espressioni ed osservazioni di tipo musicale e quasi mai tecnico. Uomo schivo ed emotivo che sul podio si trasformava in un solenne cerimoniere, per poi ritornare alla sua privatissima vita e alle sue esclusive relazioni umane.
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