"Pianista,
docente al conservatorio di Mosca."
Ecco
quanto si poteva leggere sui programmi di sala in occasione di un concerto del
grande pianista russo Emil Gilels.
Mi è
capitato più volte di leggere le biografie di molti musicisti poste in calce ai
programmi di sala, molto più lunghe delle righe di presentazione del concerto
stesso e che avrebbero richiesto una maggior chiarezza. Questo vezzo di citare
tutto, dal concerto di fronte agli zii all'età di cinque anni, al concerto per
la festa di Santa Reparata, alla partecipazione per la commemorazione di
Garibaldi, fino all'agognato trampolino di lancio che spesso rimane tale, è
tipico di un atteggiamento molto provinciale e caratteristica comune di chi è
abituato, spesso per educazione ricevuta, ad anteporre l'apparenza alla
sostanza. In genere sono i più giovani a cadere nella trappola, un po' per l'inesperienza
della giovane età e un po' per ingenua presunzione, ma questa abitudine non è
estranea nemmeno a chi da tempo è in carriera e da tempo già molto conosciuto.
Una
delle particolarità un po' infelici di molti giovani artisti è quella di
seguire ciecamente le consuetudini di comodo. Se hanno studiato con un grande
musicista, ma sconosciuto ai più, costui non verrà mai citato nella propria
biografia. Saranno però citate tutte le masterclass seguite con Tiziovsky,
Caioff e Semproneiev, dove in genere si suona, canta o dirige per pochi minuti
e delle quali in genere rimane ben poco,
se non la possibilità di allungare a dismisura il proprio curriculum. Col
passare degli anni, tutto ciò che è riferito alla propria formazione scomparirà
dalla biografia e soltanto chi fra il pubblico avrà avuto la possibilità di
seguire il giovane sin dagli esordi potrà conoscere il suo vero background. Per
tutti gli altri c'è Wikipedia...
Durante
l'intervallo di un comune concerto al quale partecipava come solista, il grande
pianista Paolo Bordoni mi raccontò che una volta il suo agente francese gli
chiese di scrivere la propria biografia ed egli si premurò di citare per primo
il nome di una delle sue insegnanti.
Alla vista di quel nome l'agente gli disse che non era conosciuta e quindi che
poteva ometterne il nome. Bordoni, signore umile e generoso, si rifiutò dicendo
che a lei doveva tutto e che lui avrebbe
potuto eliminare quasiasi cosa citata ma non il nome della persona alla quale
doveva tutto, umanamente e musicalmente.
Insomma,
la classe non è acqua.
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