Considerazione di mera umanità.
Negli
ultimi tempi si parla molto dei nuovi mestieri e delle nuove professioni che i
giovani dovrebbero intraprendere per essere al passo coi tempi. Si dà per
scontato il risultato di un'istruzione di base adatta per aprire le porte ad
una vita lavorativa in linea con l'evoluzione tecnologica attuale e futura, però
senza tener conto delle caratteristiche di unicità dei singoli individui. Una
scuola che sin dall'asilo livella tutti, senza sviluppare le singole doti, senza
porre le basi estetiche per la crescita dell'individuo e la sua futura posizione
nella società, ne limita fortemente la sua evoluzione e in definitiva lo rende
un uomo infelice. Se oggi la scuola dovesse davvero contribuire allo sviluppo
dei giovani, senza essere invece quell'enorme ammortizzatore sociale già
stigmatizzato da Giovanni Papini poco più di un secolo fa in una grande
provocazione ripresa anni dopo da Pier Paolo Pasolini, nella quale si proponeva
di chiudere le scuole e tutti gli ambienti e i luoghi chiusi che sopprimono la
libertà, la crescita, la fantasia e il libero pensiero, porrebbe le basi
definitive per una rivoluzione della società ed un'incrinatura potentissima di
tutto il suo spregiudicato apparato economico.
A proposito dei
risultati di un recente studio triennale che l'OCSE svolge su studenti
quindicenni in tutto il mondo e discorrendo a proposito dell'istruzione cinese,
il suo segretario generale ha dichiarato che "la qualità delle loro scuole
oggi alimenterà la forza delle loro economie domani". È sicuramente vero,
ma abbiamo il dovere di domandarci quali danni possano essere arrecati da un'istruzione
a senso unico, proiettata soltanto all'affannoso conseguimento di un risultato
utile ad un sistema economico anziché alla costruzione di un'estetica personale,
ovvero di una percezione attraverso la mediazione dei sensi. Sarebbe assurdo e insensato
importare sistemi educativi che si basano su tradizioni millenarie a noi
estranee o tantomeno cercare di copiarli.
La nostra società euro-atlantica di
derivazione illuminista, sebbene faccia acqua da tutte le parti, ha ancora nel
suo nucleo una forza vitale e spirituale potente, assopita e negletta, ma tutta
da riscoprire e rinvigorire. Soltanto attingendo all'antica fonte delle nostre
radici filosofiche potremo davvero operare verso un nuovo
"Umanesimo", non per riproporre il medesimo del mondo di Petrarca e
Boccaccio che fu rivolto alla riscoperta dei classici greci e latini, ma a
quello a noi più vicino e riproposto in modo attuale da filosofi come Massimo
Cacciari, il quale suggerisce di ricondursi a molteplici linee di ricerca come
letteratura, lingua, storia, filosofia e arte, al fine di proiettare una nuova visione
su un fenomeno che se a quel tempo dovette apparire sconvolgente sul mondo
contemporaneo, certamente incomprensibile ai soli occhi dei singoli, oggi
potrebbe rischiarare un orizzonte molto incerto. Sarà forse l'unico modo per
sconfiggere la crisi della metafisica occidentale, molto fiduciosa nella
tecnica, ma che rivela il concreto fallimento dei veri valori che dovrebbero
guidare il progresso umano, prima di ritrovarci schiavi di una tecnologia che
già da tempo ci ha dato terribili avvertimenti.
Apollo e le muse sul Monte Parnaso – 1760
Anthon Raphael Mengs